Ticino L'inchiesta sul caso Gobbi è alle battute d'arresto, ecco cosa s'è scoperto

SwissTXT / red

6.5.2024

L'inchiesta ha ricostruito nei dettagli cosa è successo.
L'inchiesta ha ricostruito nei dettagli cosa è successo.
Ti-Press

Le indagini sull'incidente che in novembre ha coinvolto il consigliere di Stato Norman Gobbi sono riuscite a stabilire che cosa sia successo nelle fasi successive al sinistro. Lo rende noto la RSI, secondo cui l'inchiesta è alle sue battute finali e a breve arriveranno le decisioni della procura.

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6.5.2024

Hai fretta? blue News riassume per te

  • L'inchiesta che ha stabilito la dinamica dell'incidente che ha visto protagonista il consigliere di Stato Norman Gobbi è alle sue fasi finali.
  • I tabulati telefonici confermano che il capo del Dipartimento delle istituzioni ha chiamato solamente la polizia (due volte).
  • È stata ricostruita anche la tempistica dei due alcol test a cui è stato sottoposto il leghista. Il ritardo con cui è stato effettuato il secondo si spiegherebbe col margine d'errore dell'apparecchio.
  • Secondo gli imputati Gobbi non ha ricevuto nessun trattamento di favore.

L’inchiesta ha ricostruito nel dettaglio cosa è successo in Alta Leventina la notte dello scorso 14 novembre scorso, quando il Consigliere di Stato Norman Gobbi è rimasto coinvolto in un incidente stradale.

Come riporta la RSI, è stato lo stesso membro del Governo ad avvisare la polizia. Anzi, non vedendo arrivare la pattuglia, l'ha chiamata ben due volte. E come è stato comprovato dall'analisi dei tabulati telefonici, Gobbi non ha contattato più nessuno, affidandosi alle indicazioni dagli agenti.

Il primo test dell’alcol a cui è stato sottoposto il consigliere di Stato (il «precursore») ha rilevato un tasso leggermente superiore al consentito. Tuttavia sul display del dispositivo è apparsa la scritta, fotografata e messa agli atti «calibrazione scaduta».

Per questa ragione è stato eseguito il secondo test (il «probatorio»), da cui è risultato un valore al di sotto del limite. Non è stato Gobbi a chiederlo, come si è ipotizzato fin da subito, ma lo ha voluto la polizia.

Quel lieve ritardo oltre le due ore

La tempistica dei due esami è stata decisa, scrive l'emittente radiotelevisiva, nel corso di una telefonata, dalle tre persone ora sotto inchiesta per abuso di autorità e favoreggiamento: l’ufficiale di picchetto, un quadro della gendarmeria e un capogruppo, rispettivamente difesi da Elio Brunetti, Maria Galliani e Roy Bay.

Dopo la chiamata l’ufficiale non ha avuto più contatti telefonici, mentre gli altri due agenti sono partiti in direzione di Camorino per prendere l'apparecchiatura e portarla ad Airolo. Secondo i dati forniti dal sistema GPS della volante, la tratta è stata percorsa in 35 minuti, un tempo assolutamente normale.

Il secondo test è stato effettuato però con un ritardo di cinque minuti oltre le due ore consentite dal momento dell’incidente, un limite oltre il quale bisogna procedere con l’esame del sangue. Il lieve ritardo si spiegherebbe sia con il margine d’errore legato all’orario esatto del sinistro, che con quello dell’orologio del macchinario.

Nessun trattamento di favore

Le difese sostengono, si legge sul sito della RSI, che il ritardo era talmente lieve da rendere sproporzionato l’esame del sangue, che si sarebbe dovuto tenere all’ospedale di Bellinzona.

Quando si sfora di così poco il termine e ci si trova in luoghi discosti, non è necessario farlo ed è già stato fatto in altri casi. Stando agli imputati dunque Gobbi non ha ricevuto trattamenti di favore.

Secondo la RSI, nei confronti dell’ufficiale di picchetto si profila un decreto d’abbandono, mentre resta più aperta la posizione degli altri due indagati.

L’inchiesta è alle sue battute finali e a breve il procuratore generale Andrea Pagani emetterà le sue decisioni.